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Un crimine quasi perfetto in scena al Teatro piccolo di Pietralata dal 10 al 13 dicembre 2015.
Dopo la prima messa in scena di giugno 2015 al Teatro Studio Uno, Angela Calefata ritorna in scena con "196. Un crimine quasi perfetto" al Teatro piccolo di Pietralata con uno spettacolo più affinato, dove la descrizione dei personaggi è più analitica.
"196.Un crimine quasi perfetto" è un triller che per alcuni aspetti può ricordare molto alla lontana "Ten Little Niggers" della Cristie ma che poi in realtà rivela essere tutt'altro...Da dove è nato lo spunto, l'idea di fondo che ti ha portato alla scrittura e realizzazione di questo testo?
196. Un Crimine quasi perfetto è un testo nato a seguito del workshop di Psicologia Clinica e Teatro, primo laboratorio a Roma che unisce figure inquietanti e care alla psicologia clinica alla trasposizione scenica. Durante questo laboratorio che ho ideato 4 anni fa e che ogni anno ripeto nella Capitale, si affrontano, appunto la figura del serial killer al cinema e in teatro, il lutto o lo shock post traumatico e le diverse fasi di elaborazione da parte delle vittime, la figura dello stalker e della vittima di stalking, le tipologie di donne assassine...
Dieci piccoli indiani l'ho letto e visto. Mi è piaciuto come molti altri thriller della Christie ma non ha influenzato la scrittura del mio testo. Cioè è simile solo il meccanismo che vede uscire di scena man mano tutti i personaggi. Ma è solo una delle tecniche del thriller. E pensando 196 per il teatro prima che per il cinema, ho sfidato la difficoltà numero uno..il delitto della stanza chiusa. Difficile perché i personaggi son sempre tutti in scena fino a quando non scompaiono. E non ci sono tanti elementi scenografici che aiutano gli attori e la regia. Bisogna lavorare molto sull'interpretazione.
Essendo un triller, volendo o nolendo, ci sono delle regole di fondo nella scrittura che non possono essere trasgredite, una delle fondamentali è quella che nella risoluzione della storia deve tornare tutto. Quanta difficoltà hai incontrato durante la scrittura nell'attenerti a questa regola fondamentale?
Bella domanda. Nel thriller devono risolversi gli enigmi e alla fine tutto deve tornare, come dici. Personalmente ho seguito la regola del contrario, ossia partire dal finale per arrivare a costruire le premesse. Avevo comunque chiaro dall'inizio che volevo creare una storia forte, una storia che fosse un pretesto per mostrare come il potere prende linfa dalle debolezze umane e da queste trae forza per crescere. Non dunque un thriller alla Christie, dove è dominante uno stile piuttosto ludico e giocoso, senza suspense vera. Non volevo dunque un thriller scanzonato. Volevo atmosfere inquietanti come il tema trattato che però non posso svelare.
Quella che andrà in scena dal 10 al 13 dicembre al Teatro piccolo di Pietralata sarà una versione leggermente rivisitata rispetto alla prima messa in scena avvenuta al Teatro Studio Uno a giugno. Cosa è cambiato a livello drammaturgico/strutturale?
Rispetto alla versione di giugno 2015 il testo dello spettacolo si affina...un testo articolato e una trama così labirintica come 196 richiede cura e perizia registica. E dopo un primo allestimento sono orientata per un secondo ove è presente una descrizione più analitica dei personaggi. E inoltre una maggiore pulizia dei dialoghi
E' vero che il testo è stato comprato per farne un adattamento cinematografico?
Il thriller che ho scritto si presta molto al cinema e ho trovato già un regista molto bravo che ama le sfide e che ha molto apprezzato il testo. Ma non ho ancora venduto...manca poco.
Tutti i buoni motivi per venirvi a seguire ( La Platea l'ha già fatto ndr) al Teatro piccolo di Pietralata.
Un teatro di qualità è sempre da mettere in calendario, si deve calendarizzare senza se e senza ma. Ecco, il buon teatro, quello bello e necessario, bisogna supportarlo perché fa bene a chi ci va e a chi lo fa. Io al mio teatro ci credo e se ci credo io..bhè, come si dice, possono crederci tutti..no?
Anche perché non fidarsi del mio thriller psicologico sarebbe veramente un delitto.
Fabio Montemurro
6 dicembre 2015