Come e quando nasce la tua passione per il Burlesque e quanto ad oggi la direzione artistica del Micca Club e successivamente anche la direzione dell'Accademia Dell'arte Burlesque hanno fatto arricchire e maturare la tua competenza nell'ambito?
La passione per il burlesque nasce da un‘altra passione quella per la musica degli anni Venti, Trenta e Quaranta; principalmente per la musica jazz e tutto l’immaginario che gira intorno ad essa. Ho visto in scena tanti anni fa la big band di Duke Ellington coniugata allo striptease e ho pensato che fosse moderno e rivoluzionario portare questo tipo di spettacolo in una città come Roma, dove purtroppo o per fortuna – dipende dai punti di vista - abbiamo una mentalità più borghese dell’intrattenimento. Mi sembrava molto innovativo che delle ragazze si spogliassero sulla base musicale di una band anni ‘30. La prima occasione è arrivata quando mi hanno proposto la direzione del locale in via Pietro Micca (da cui ha preso il nome Micca Club).
L’Accademia dell’Arte del burlesque ha dato poi la possibilità di formare molteplici performer con cui lavoro oggi tra il Club epoque e il Salone Margheirta. Ha arricchito la mia conoscenza riguardo questa arte. Bisogna saper comunicare la propria passione e anche la storia di questo spettacolo sia agli artisti che al pubblico. Ho fatto delle ricerche bibliotecarie per avere maggiori informazioni e comunicarle alle performer. Questo lavoro ha arricchito la mia conoscenza dandomi la possibilità, ancora oggi, di mettere in scena spettacoli sempre nuovi.
Fino a tutto febbraio ogni lunedì al Salone Margherita andrà in scena il ciclo di spettacoli "Burlesque Café", da dove nasce questa collaborazione?
Con la gestione di Nevio Schiavone (da due stagioni) nasce la nostra collaborazione. Eravamo già presenti alla sua prima stagione. Le nostre sono due volontà comuni che si sono incontrate e abbiamo iniziato questo percorso insieme. Il Salone Margherita è stato da sempre il Moulin Rouge italiano, dove tutti vorrebbero esibirsi almeno una volta nella vita. Rappresenta la storia; nasce nel 1898, ha dato vita alla Belle Epoque romana, a tanti artisti, macchiettisti, cantanti, che hanno costituito la base di ispirazione dei nostri spettacoli. Per noi esibirsi al Salone Margherita è come un ritorno a casa.
Per quel che riguarda i performers che si esibiranno la scelta è stata più indirizzata verso le donne (Sophie D’Ishtar, Candy Rose, Scarlett Martini, Vesper Julie, Scarlett Martini, Giuditta Sin, Candy Rose) che gli uomini (l'unico rappresentante al maschile sarà Gonzalo De Laverga), è una casualità o ha uno o più motivi di fondo?
Non è casuale perché è più difficile trovare dei performer uomini. Questo spettacolo nasce vedendo come sola protagonista la donna. È l’unica arte che ha questa peculiarità. Gonzalo De Laverga è un eccezione e riesce a dare una propria interpretazione alle performance, trovando un equilibrio interessante tra il mondo maschile e quello femminile. Uno dei pochi boylesque, forse l’unico, che ritengo faccia dell’arte. Però non bisogna dimenticare che il burlesque nasce per merito di alcune donne che, nei primi del Novecento, hanno deciso di osare, fino al punto di andare in galera.
Ogni spettacolo porterà in scena un repertorio che spazia dai primi anni del XX secolo agli anni ‘50, mostrando al pubblico l'evoluzione di questo genere di spettacolo dalla Belle Époque al secondo dopoguerra. Alla luce di questo e della tua esperienza, come spieghi questo ritorno e affermazione del genere negli ultimi 20 anni?
Me lo spiego per lo stesso motivo per cui ancora oggi riteniamo che un’opera di Verdi sia immortale, anche se scritta a fine Ottocento. È un ritorno al classico, al passato, anche se questo genere non è mai passato di moda perché non è mai stato di moda (ricordiamo che il burlesque nasce e muore nell’arco di due decadi. Raggiunge l‘apice negli anni ‘20 e nel ‘38 già viene censurato a New York e a Broadway). L‘essere fuori moda lo rende sempre più attuale, e quindi mai legato a un periodo storico, dunque sempre presente, contemporaneo e proiettato nel futuro.
Un buon motivo, per i nostri lettori, per venire a seguire almeno uno di questi "Lunedì al Burlesque Café".
Uno dei motivi per venire è che questo tipo di spettacolo è difficile da trovare in altri teatri in Italia e nel mondo. Abbiamo una band dal vivo, un corpo di ballo, dei macchiettisti, maghi, performer. È uno spettacolo di arte varia. In altri locali, in Europa e nel mondo, penso sia difficile trovarlo così completo. Vale la pena affacciarsi e vedere cosa fanno questi 15 artisti in scena che ormai da cinque stagioni si esibiscono in teatro. Ricordo poi che vale la pena partecipare anche a un altro appuntamento settimanale di burlesque, quello al Club Epoque in Via degli Avignonesi in Roma, organizzato dal Micca Club. Ogni venerdì e sabato programmiamo nel locale un dinner-show (cena e spettacolo di burlesque) e la festa continua fino a tardi con i dj set di Madame de Freitas, Mirkaccio, DandyWolly e il sottoscritto. Dj set davvero particolari, con musica suonata da vinile e 45 giri, con un repertorio che spazia dagli anni ‘50 agli anni ‘80 con una grande base di rock and roll tutta da ballare.
Fabio Montemurro
20 novembre 2015