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Purtroppo è ben noto agli adetti del settore quanto accaduto attorno allo spettacolo Il Divo Nerone che serebbe dovuto essere un kolossal, con eco nazionale ed internazionale, ed invece si è rivelato essere soltanto un “grosso pasticcio”. Non vogliamo entrare nel merito delle colpe perché troppo lungo sarebbe l’elenco, ma ci sembrava giusto dare la parola ad una delle protagoniste, che già abbiamo ospitato nella nostra testata e che tanto entusiasmo aveva dimostrato per questo progetto, Rosalia Misseri (clicca qui per leggere l'intervista rilasciata durante la prepazione dello spettacolo).
La giovane attrice stavolta, facendosi portavoce dell’intero cast, ci ha rilasciato una dichiarazione dai toni decisamente diversi:
La "Nero Divine s.p.a." si presenta nel luglio 2016 ed in presenza dei produttori Cristian Casella e Jacopo Capanna, dopo tutta una serie di loro premesse di "grande vetrina" che partono dalla suggestiva cornice di "Vigna Barberini", i nomi prestigiosi dei premi Oscar e il patrocinio del Ministero dei beni culturali, mi propongono con paga al minimo sindacale un accordo di partecipazione allo spettacolo "Divo Nerone Opera rock". Il primo marzo scorso sono iniziate le prove e solo a fine mese, e dopo una serie di pressioni da parte del cast, si è ottenuto il primo contratto stipulato da una cooperativa, ingaggiata dalla Nero Divine, che si occupava " di imprese di pulizie" e che solo da poco aveva allargato le sue competenze nello spettacolo. Firmato il contratto con la cooperativa, siamo stati costretti a diventare soci della medesima per cui si è pretesa una revoca sottoscritta, firmata da noi e controfirmata dalla coop che ci esonerasse dall'impegno di essere soci, documento che non abbiamo mai ricevuto. Il secondo contratto è stato stipulato dalla "Nero Divine" e solo a fine aprile, dopo quasi un altro mese di prove e le ennesime pressioni del cast, ci è stato consegnato. Una volta firmato quest'ultimo, abbiamo dovuto pretendere la controfirma. Le prove al "Palatino", iniziate il 2 maggio, si sono presentate deleterie dal punto di vista igienico. Abbiamo passato giornate in mezzo alla polvere e senza avere un posto dove poter appoggiare le nostre cose e per le prime tre settimane a dover condividere in 50 persone un unico bagno chimico. La "Produzione" sin dall'inizio ha inoltre preteso che si facessero ore di straordinario non retribuite. Noi artisti non abbiamo avuto la possibilità di fare prove in costume e siamo stati sottoposti alle continue evoluzioni di completamento della scenografia allestita fino al giorno del debutto, creando non pochi problemi di movimento e di concentrazione al cast per lo spettacolo. Insomma l'organizzazione da parte della produzione ha messo in serie difficoltà anche il lavoro di un cast che però, grazie alla sua grande esperienza e preparazione, alla fine è risultato la vera colonna portante dell'opera " Divo Nerone " riuscendo a portare un ottimo risultato di messa in scena. È oramai noto a tutti che una denuncia per inquinamento acustico e mancati permessi di cui la "produzione" si sarebbe già dovuta munire ha bloccato da circa un mese lo show partito il 6 giugno e che fino al 10 settembre avrebbe dovuto replicare, lasciando così oltre 70 lavoratori a casa e da aprile senza alcuna retribuzione per il lavoro svolto. Inoltre gli artisti non residenti a Roma e ospitati in residence, a carico della "produzione", sono stati sfrattati per mancato pagamento. Si attendono risposte imminenti da parte della regione Lazio che ha stanziato oltre 1 milione di euro di fondi pubblici e che ha voluto fortemente questo progetto. Intanto il cast di attori e ballerini è rappresentato dallo studio legale Massaro&Ciammaglichella che sta lavorando per far valere i nostri diritti contrattuali.
Rosalia Misseri ha tenuto anche a precisare quanto segue:
La “Nero Divine s.p.a.” ha espresso sin dall’inizio la volontà di rivolgere il progetto ad un pubblico straniero, cercando di promozionarlo attraverso alberghi e tour operator, mentre in territorio nazionale non è stata utilizzata nessuna strategia promozionale, per cui in Italia nessuno era a conoscenza di questo spettacolo. In merito invece al pubblico straniero, che avrebbe dovuto essere abbastanza copioso, per quella manciata di messa in scena, cioè di repliche che abbiamo fatto nella versione in inglese, il numero delle persone era imbarazzante e spesso gli artisti in palcoscenico superavano la cifra delle persone in una platea che avrebbe dovuto ospitare 3023 posti. Ribadisco, in territorio nazionale nessuno era a conoscenza di questo spettacolo perché non è stata sviluppata nessuna pubblicità, però per quelle serate che avremmo dovuto fare nella versione in inglese, che poche sono state prima della sospensione dello spettacolo a causa della denuncia per inquinamento acustico e i mancati permessi, le anime presenti erano minori rispetto al numero degli artisti che si esibivano sul palco, da questo si evince che la produzione a livello promozionale non si è mossa né in Italia né all’estero.
Gabriele Isetto
15 luglio 2017