Recensione della mostra Am I good enough? presso la Galleria centrale del Policlinico Tor Vergata dal 14 al 25 maggio 2024
“Il corpo può essere questo e molto altro ancora, sembra variare nelle sue diverse accezioni
e declinazioni in base al valore che gli viene attribuito dalla persona che lo osserva,
da quella che lo vive e da quella che lo idealizza”.
(Lorenzo Veneri)
C’era una volta in cui il corpo era soggetto principale dell’opera d’arte: attraverso di esso la statuaria antica greca e romana veicolava molteplici messaggi, da quelli religiosi a quelli politici. C’è stata, poi, la volta del Medioevo che il corpo ha in qualche modo demonizzato. Riscoperto nel Rinascimento, analizzato nell’Illuminismo e trasfigurato dal Romanticismo, il corpo finisce per essere uno dei protagonisti del Novecento, basti pensare al fenomeno top model degli anni ’80 e ’90. In seguito il concetto ideale, irraggiungibile ma a cui ambite, viene ulteriormente complicato dall’avvento dei social network dove esibirlo sembra quasi un obbligo e, grazie o per colpa dei numerosissimi filtri a disposizione, ritoccarlo praticamente un imperativo. Per non parlare di tutte le tecniche di medicina estetica e chirurgia plastica infinitamente più accessibili rispetto a un tempo.
Tutto ciò spinge a una necessaria riflessione sul concetto di corpo, sulla percezione che si ha del proprio e dell’altrui, come il suo sfruttamento modifichi i costumi, la cultura e soprattutto i comportamenti. Un interessante esperimento è quello portato avanti dal giovane artista Lorenzo Veneri tramite l’installazione pittorica Am I good enough? così come è stimolante l’idea di presentarlo all’interno della Galleria Centrale del Policlinico Tor Vergata. L’obiettivo, infatti, è sensibilizzare circa le conseguenze che una visione distorta e irrealistica del corpo può provocare, in riferimento ai disturbi alimentari nel senso più vasto del termine. Bulimia, anoressia, vigoressia e dismorfofobia sono realtà sempre più diffuse, nutrite da un bombardamento di immagini della cui autenticità o meno si fatica ad avere consapevolezza.
Con i suoi sei pannelli in plexiglass, che raffigurano altrettante porzioni di corpi, Am I good enough? lancia una serie di interrogativi a partire dall’apparente assenza di peso delle opere, raffiguranti dettagli: ci son quelli che la maggioranza desidera, altri non omologati, tutti ugualmente effimeri e soggetti alla possibilità di suscitare malessere, vergogna, inadeguatezza. Attraverso un QR l’esperienza di osservazione può essere arricchita da una traccia audio realizzata appositamente per l’esposizione e che, quindi, porta lo stesso nome. Autori ne sono due esponenti di Spinabella, 5am e Heavyangel, un collettivo musicale che nei suoi brani pervasi da grande emotività indaga l’universo dei sentimenti con un occhio di riguardo a quelli più fragili. Chi vuole può, inoltre, lasciare un messaggio su un post-it accanto alle opere contribuendo così alla meditazione sulla propria fisicità.
Am I good enough? dunque non è solo il titolo di una mostra ma un invito a riflettersi non solo di fronte allo specchio e a rispondere di sì.
Cristian Pandolfino
17 maggio 2024
Immagine Andrea Ranallo
Informazioni
Roma, Policlinico Tor Vergata, Galleria Centrale
Viale Oxford, 81, 00133 Roma
Am I good enough?
Dal 14 al 25 maggio 2024
Ingresso libero e gratuito
A cura di Agarte – Fucina delle Arti e Fondazione Policlinico Tor Vergata
Testi critici Alessandro Giansanti