Recensione della mostra Eco e Narciso - Ritratto e autoritratto nelle collezione del MAXXI e delle Gallerie Nazionali Barberini Corsini ospitata presso Palazzo Barberini dal 18 maggio 2018 al 28 ottobre 2018
Sin dal 1949 lo splendido Palazzo Barberini era stato acquistato dallo Stato Italiano per farne un luogo di cultura: la Galleria Nazionale di Arte Antica. Una sua parte era, però, già allora occupata dal Circolo Ufficiali delle Forze Armate: una situazione complessa, che ha ovviamente influenzato lo sviluppo e la crescita del museo ma che finalmente è giunta alla sua conclusione.
Perché, dopo un attento restauro durato dal 2015 al 2017, le Gallerie Nazionali Barberini Corsini possono finalmente presentare al pubblico un nuovo percorso museale ampliato di ben oltre 750 metri e che prevede 11 nuove sale. Una vera e propria restituzione al mondo dell’arte e ai suoi amanti, che viene di fatto sancita con Eco e Narciso - Ritratto e autoritratto nelle collezione del MAXXI e delle le Gallerie Nazionali Barberini Corsini: una mostra che mette a confronto e in dialogo arte antica e contemporanea giocando con rimandi intelligenti, sottili assonanze e scelte provocatorie.
Per comprendere immediatamente lo spirito dell’esposizione bastano pochi esempi: uno è senz’altro dato dalle gigantesche tele Pape e Mao, firmate da Yan Pei-Ming e poste accanto al busto di Urbano VIII scolpito da Gian Lorenzo Bernini. Ci troviamo nella Sala dei Marmi, dove un tempo erano collocati i cartoni barberiniani con le storie della vita di questo Papa e quello monumentale rappresentante la Battaglia dell’Ellesponto, della serie dell’imperatore Costantino. Potere temporale e spirituale, dunque, tornano a confrontarsi nuovamente attraverso due attuali icone mediatiche immediatamente riconoscibili.
Si continua con la Sala ovale, originariamente destinata a riunire i letterati della cerchia dei Barberini – i cosiddetti Purpurei Cygni: un luogo di lettura, esercizio, riflessione che diviene eccellente scenario per l’archetipo di colui che si riflette. Quel Narciso tradizionalmente attribuito a Caravaggio che qui incontra Eco nel vuoto, opera di Giulio Paolini che ripensa la tragica figura della ninfa consumatasi d’amore per colui che non riesce a vedere altri che se stesso, andando a sua volta in rovina. Ci vuole molto coraggio per accostarsi a un quadro così ben impresso nell’immaginario collettivo: il risultato è la capacità di suscitare un numero infinito di suggestioni, non solo mitologiche o colte ma anche esistenziali.
Un’altra scelta forte è ambientata nell’Appartamento d’inverno: in piena Età dei lumi, il Nudo femminile di schiena di Pierre Subleyras sfidò il modo in cui veniva comunemente accettata la rappresentazione della donna e la sua rispettabilità. Spogliando il suo soggetto di qualsiasi attributo divino o rimando erudito, l’autore lascia a chi guarda la responsabilità di essere più o meno discreto nella sua osservazione, quasi invitandolo a spiare la modella che approva con il suo lasciarsi ritrarre. Stefano Arienti, invece, ricava le sue opere da immagini condivise sul web e che mostrano coppie gay di età matura: il trattamento a esse riservato le rende più sottili, meno urlate, in contrasto con il mondo da cui provengono – quello di internet – dove condividere significa esibire.
Un ultimo esempio è la valorizzazione del famosissimo presunto ritratto di Beatrice Cenci, leggendariamente attribuito a Guido Reni. La vicenda della sfortunata fanciulla è nota ai più grazie alle pagine che le hanno dedicato Shelley, Hawthorne, Dickens e Stendhal: il suo volto è così famoso che una riproduzione di questo quadro è presente persino in quel capolavoro che è Mulholland Drive di David Lynch. Nel corso dei secoli i tratti della giovane hanno riassunto il tema dell’abuso del potere: paterno dal punto di vista privato ed ecclesiastico per quanto riguarda quello pubblico. Accusata di parricidio insieme al resto dei familiari, verrà con loro condannata a morte: si salverà solo il fratello più giovane, comunque spedito a remare sulle galee pontifice, mentre i beni della casata saranno confiscati dalla Camera Apostolica e messi all’asta con gran vantaggio di Gian Francesco Aldobrandini, nipote di quel Clemente VIII che ne ratifica la pena capitale. Adesso il commovente dipinto, nonostante le ridotti dimensioni, pare troneggiare in quella che fu la cappella di palazzo. Con tutto il valore simbolico che ne consegue.
La mostra Eco e Narciso rivoluziona di fatto la percezione che si ha delle Gallerie Nazionali Barberini Corsini con il fondamentale contributo delle collezioni del MAXXI e sarà visitabile fino al 28 ottobre del 2018. In seguito le sale “ritrovate” saranno allestite con opere del seicento e settecento, ridando a Palazzo Barberini quel ruolo centrale che merita.
Didascalie foto e opere in ordine di apparizione:
Palazzo Barberini – Ala Sud
Courtesy AltoPiano Fotografia Agostino Osio
Gian Lorenzo Bernini (Napoli 1598 - Roma 1680) - Ritratto di Urbano VIII
Marmo, cm 102 (altezza) Roma, Gallerie Nazionali Barberini Corsini
Yan Pei-Ming - Pape, 2005
Olio su tela, cm 300 × 300 MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma Courtesy Fondazione MAXXI Yan Pei-Ming, by SIAE 2018
Yan Pei-Ming - Mao, 2005
Olio su tela, cm 300 × 300 MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma Courtesy Fondazione MAXXI Yan Pei-Ming, by SIAE 2018
Caravaggio (Milano 1571 - Porto Ercole 1610) - Narciso
Olio su tela, cm 113,3x94 Roma, Gallerie Nazionali Barberini Corsini
Giulio Paolini – Eco nel vuoto, 2018
Fotografie tra sagome di plexiglass, pannelli fotografici, cornici dorate, pietre artificiali, Proprietà dell’artista
Pierre Subleyras (Saint Gilles du Gard 1699 - Roma 1749) - Nudo femminile di schiena
Olio su tela, 74x136 Roma, Gallerie Nazionali Barberini Corsini
Stefano Arienti - SBQR, netnude, gayscape, orsiitaliani, etc…, 2000
Acrilico su poliestere bimattato; 8 disegni (6, cm 180 × 120; 2, cm 180 × 240) MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma Courtesy Fondazione MAXXI
Guido Reni, attr. (Bologna 1575 - 1642) - Beatrice Cenci
Olio su tela, cm 64,5 x 48 Roma, Gallerie Nazionali Barberini Corsini