Martedì, 29 Aprile 2025
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Recensione dello spettacolo “Il medico dei maiali” in scena al Teatro Quirino di Roma dal 23 al 27 aprile 2025

“Il teatro non è il luogo dove si va a guardare. È il luogo dove si va a capire.”
— Bertolt Brecht

Quando dei lenti e significativi cambiamenti avvengono all’interno del tessuto sociale, è inevitabile che gli artisti, siano essi scrittori, drammaturghi, attori, ne percepiscano le avvisaglie e sentano il bisogno di condividere con il pubblico storie che, seppure superficialmente surreali e fantasiose, nascondano significati ben più profondi. È così per Il medico dei maiali, pièce scritta e diretta da Davide Sacco, che vuole raccontare una storia scomoda per scuotere le menti e gli animi del pubblico in platea, e lo fa in modo grottesco, lucido e visionario per far sì che lo spettatore sia il primo a mettersi in discussione.

La storia che qui si narra è quella della morte di un non ben identificato re d’Inghilterra, avvenuta all’improvviso con modi che si renderanno pian piano noti grazie al coinvolgimento del veterinario Alfred Scott, intervenuto in assenza del medico ufficiale. Tramite l’autopsia, Alfred confermerà l’avvelenamento del sovrano inglese avvenuto da parte dei suoi consiglieri, interpretati da David Sebasti e Mauro Marino, per instaurare sul trono il principe Eddy, uno stupido fantoccio manovrabile che sarà utile a restaurare la monarchia assoluta. Questo piano, ben escogitato, non andrà come sperato proprio a causa del medico dei maiali.

Ambientato in un mondo immaginario eppure familiare, il testo di Sacco appare tagliente, mai autoreferenziale, immediato e d’azione: i dialoghi sono a tratti ironici, ma sempre di una spietata lucidità e, per questo loro crudo realismo, feriscono come un pugno nello stomaco. Si comprende che lo scopo sia quello di mettere a nudo le contraddizioni che contraddistinguono anche il nostro presente come l’adorazione per l’autorità e il potere o la paura del pensiero critico.

Probabilmente proprio per questo la scelta registica mira alla sottrazione più che alla spettacolarizzazione: la scenografia di Luigi Sacco è asciutta e semplice perché si punta sulla forza evocativa del testo e sul ritmo della narrazione. L’uso sapiente e chirurgico delle luci curate da Luigi Della Monica carica di tensione le parole e i gesti per sottolineare la claustrofobia di un sistema malato, mentre il ritmo serrato sostenuto da un cast d’eccezione rende palpabile una sensazione di inquietudine tra il pubblico. I due antagonisti, Luca Bizzarri nei panni di Alfred e Francesco Montanari in quelli del principe Eddy, funzionano in modo alternato come vittima e carnefice in un meccanismo scenico ben oleato. All’inizio il rapporto tra i due è disteso e informale, ma quando il principe assapora il piacere del potere e si trasforma diventandone dipendente, la relazione si rovescia e il medico diventa l’ennesimo capro espiatorio.

Alla fine della messinscena, si esce dalla sala con la certezza di aver assistito a una parabola surreale che racconta il potere, la corruzione, la paura e, soprattutto, l’assuefazione in un modo spietato al punto da costringere il pubblico a guardarsi dentro, a interrogarsi su ciò che è diventato l’uomo oggi e sulla deriva delle responsabilità individuali all’interno del sistema, tra obbedienza cieca, paure collettive e normalizzazione della disumanità.

 

Diana Della Mura

25 aprile 2025

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Recensione dello spettacolo Ho paura torero, in scena al teatro Argentina dal 3 al 17 Aprile 2025

 

Lino Musella disegna un personaggio dolce e ribelle, emarginato e colorato, alias “la Fata dell'angolo”, un travestito che sopravvive negli anni duri e controversi della dittatura del generale Pinochet in Cile.

Quest'ultimo, interpretato qui da Mario Pirrello, sale al potere dopo il governo Allende nel 1973, attuando una politica di repressione e provocando moti di ribellione a Santiago che sono capitanati dal “Movimento di liberazione Rodrigo Martinez”. Questo è lo sfondo in cui si muovono lo spettacolo e la nostra protagonista, tra atti di guerriglia, proteste di piazza per i “desaparecidos”, repressione dell'esercito, fughe, riunioni nascoste e caccia all'uomo.

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Recensione dello spettacolo Salveremo il mondo prima dell'alba  in scena al teatro Vascello dal 15 al 19 Aprile 2025

 

Sbarca nuovamente al teatro “Vascello” l'ultimo spettacolo di “Carrozzeria Orfeo”, dopo il successo delle repliche del 2024 e i precedenti “Thanks for Vaselina” e “Miracoli Metropolitani” del 2023 molto apprezzati dallo stesso pubblico romano.

Lo stile caustico, provocatorio e dissacrante dell'affermata compagnia di Mantova si rinnova, ma rispetto alle volte precedenti lo sguardo si focalizza sui ricchi e sui loro disagi, passando da popstar stressate e ninfomani, a imprenditori green a comunicatori masochisti con legami presso i governi e le multinazionali, mental coach egocentrici e ottimisti, scrittori di temi gender per bambini.

L'ambientazione è una clinica specializzata dislocata a bordo di un satellite nello spazio, disegnata con una curata e eccellente scenografia polifunzionale.

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Recensione dello spettacolo L'onorevole, il poeta e la signora, in scena al teatro Parioli Costanzo il 14 Aprile 2025

 

Francesco Branchetti porta in scena uno spettacolo di Aldo Benedetti, con un taglio comico poco riuscito. Fin dall'inizio si avverte una giocosità tra i personaggi, nei tentativi di rimorchio del padrone di casa, l'onorevole Leone interpretato da Lorenzo Flaherty, verso la bizzarra giornalista Paola, ovvero Isabella Giannone, donna sveglia e sfidante ma a tratti svampita che accetta l'invito a casa ma non cede alle avance del politico, o meglio le analizza incitandolo a migliorare il corteggiamento.

Si affronta il tema dei sentimenti in maniera leggera, la scelta è più mentale, di parlare d'amore nell'incapacità di viverlo o trasmetterlo.

Il terzetto viene poi completato da un fatidico autore drammatico ormai clochard, rassegnato dopo gli insuccessi teatrali e a tratti spastico, che si trova per errore chiuso nella casa dell'onorevole al quale, dopo contrasti, strascichi e incomprensioni, proporrà di far mettere in scena i suoi vecchi testi teatrali. Saranno queste opere a insegnare al buon onorevole a sedurre e conquistare Paola? Molto lontanamente possiamo vederci una citazione al Cyrano de Bergerac.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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