Venerdì, 03 Maggio 2024
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Recensione della mostra PINO PASCALI. Fuori Museo dal 15 giugno all’11 luglio 2022 presso la Galleria la Nuvola 

 

In una delle strade più cinematografiche e suggestive della capitale, la storica Galleria La Nuvola accoglie nel suo nuovo spazio di via Margutta 41 la mostra: PINO PASCALI. Fuori Museo.

Da mercoledì 15 giugno, trentacinque opere del geniale artista pugliese, morto in un incidente motociclistico a Roma a soli 33 anni, ripercorrono nella galleria la breve e sorprendente carriera artistica di Pascali. In mostra sono esposti, grazie al curatore Alberto Dambruoso e all’architetto Lorenzo Locci, i folgoranti archetipi con cui l’artista si cimenta: le balene e i pescecani, i velieri e le abitazioni rocciose, le vedute totemiche e tribali, le sue armi e le sue bizzarre pubblicità. Soggetti che appaiono fortemente eterogenei e contrastanti, ma che ad una lettura più approfondita esprimono il senso del tragico che la vita inevitabilmente sottende. Nell’intera opera di Pino Pascali, il tragico viene sempre proposto in chiave “giocosa” e ironica, grazie all’utilizzo di materiali fragili ed effimeri, quali la plastica, la lamiera, la paglia, la raffia. Una sorprendente produzione artistica, intrisa del romanico pugliese e del bestiario medievale dell’architettura sacra, che Pascali contrappone in risposta alle nuove tendenze americane degli anni sessanta: la Pop Art, la Minimal Art, fino a precorre l’Arte Povera, di cui diverrà esponente di spicco.

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Recensione della presentazione Dai primitivi a Filippo Lippi: il nuovo allestimento di Palazzo Barberini dal dal 29 aprile 2022 presso le Gallerie Nazionali di Arte Antica, Palazzo Barberini, Roma

 

Con l’inaugurazione delle sale al piano terra dedicate ai cosiddetti Primitivi, il riallestimento della collezione permanente di Palazzo Barberini - una delle due sedi delle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma – può dirsi finalmente concluso. Un programma delicato e complesso, sicuramente ambizioso, iniziato nel 2019 e fortemente voluto dal direttore Flaminia Gennari Santori. Che, oggi, può giustamente affermare: «il progetto di riallestimento della collezione e di riorganizzazione degli spazi e dei percorsi del palazzo è stato al centro del lavoro di questi anni, e da questo nucleo si è dipanato tutto il lavoro di ripensamento delle Gallerie Nazionali. Il risultato è una enorme soddisfazione per tutti noi. Abbiamo inventato un museo che non c’era, un luogo dove il nostro pubblico riflette e continua a tornare perché sa che troverà sempre spunti nuovi». E gli spunti, in effetti, non mancano in ciascuna delle 11 sale presentate. A cominciare dalla Sala Orientamento, detta anche delle Scimmie per via dei soggetti affrescati nel soffitto intorno al 1630 da Agostino Tassi e Simone Lagi: dove non solo una timeline si snoda tra le pareti per raccontare episodi del palazzo e del museo ma propone anche un avveniristico tavolo multimediale tramite cui persino 5 persone contemporaneamente possono ottenere informazioni e approfondimenti sia in italiano sia in inglese.

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Recensione della mostra Una storia nell’arte. I Marchini tra impegno e passione dal 18 gennaio al 22 aprile 2022 presso Accademia Nazionale di San Luca, Palazzo Carpegna, Roma

 

Istruttiva e stimolante la mostra ospitata all’interno della prestigiosa Accademia di San Luca, a Palazzo Carpegna: istruttiva perché offre al grande pubblico l’occasione di scoprire l’affascinante figura di Alvaro Marchini; stimolante perché la collezione d’arte da lui principiata, parte della quale è qui esposta, vanta nomi davvero notevoli: basti citare Magritte, Braque, Picasso, Balla, De Chirico.

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Recensione della mostra Caravaggio e Artemisia: la sfida di Giuditta. Violenza e seduzione tra Cinquecento e Seicento dal 26 novembre 2021 al 27 marzo 2022 presso Gallerie Nazionali di Arte Antica – Palazzo Barberini 

 

L’episodio biblico di Giuditta e Oloferne è il vero protagonista della mostra Caravaggio e Artemisia: la sfida di Giuditta. L’uccisione da parte di Giuditta del condottiero dell'esercito assiro che assediava Betulia, è il soggetto unico, rappresentato dalle singole prospettive degli autori. Ma quanto può cambiare la realtà in base al punto di vista dell’osservatore? Se guardiamo tutti i dipinti presenti all’interno della mostra, potremmo rispondere che le differenze tra le molteplici raffigurazioni di Giuditta e Oloferne sono notevoli. Ciascun artista concepisce l’oggetto della sua creazione in base alla propria sensibilità, alla propria interpretazione della vicenda, dandogli vita con le proprie tecniche. Visitare quest’evento, dà l’impressione di essere calati in una tela cubista dove la realtà è scomposta su più piani prospettici: in questo caso, Giuditta, Oloferne e la serva, sembrano riflettersi in numerosi specchi che rimandano l’immagine con particolari, colori, tecniche, tutti diversi come frammenti prospettici della medesima realtà. Nella prima sezione intitolata Giuditta al bivio tra Maniera e Natura, tra le opere del Cinquecento, troneggia il dipinto di ampie dimensioni di Tintoretto in cui si evidenzia l’eleganza dei panneggi, al centro Giuditta vestita d’azzurro accanto al corpo sensuale del decapitato Oloferne. Sullo sfondo l’apertura sull’esterno, lo scorcio di un paesaggio in lontananza, allarga la prospettiva sulla scena del delitto. Il dramma prosegue nella seconda sezione dedicata a Caravaggio e i suoi primi interpreti: nella stanza dedicata l’attenzione è catturata magneticamente dal capolavoro assoluto del Merisi in fondo e tutti i suoi interpreti sui lati sembrano brillare di luce riflessa.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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