Martedì, 16 Aprile 2024
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Città inferno, quando l’innocenza non è un’opzione

Recensione allo spettacolo Città inferno andato in scena il 2 e 3 dicembre 2017 al Teatro Sala Vignoli

Il Teatro Sala Vignoli a Roma, nel quartiere Pigneto, è giunto alla sua seconda stagione, offrendo una programmazione ampia e variegata che va dal classico rivisitato, alla prosa, allo spettacolo musicale.
Il 2 e 3 dicembre è andato in scena Città inferno, spettacolo ispirato al film “Nella città, l’inferno”di Renato Castellani, con Anna Magnani e Giulietta Masina, con la regia di Elena Gigliotti.

Vincitore della Menzione Speciale al Festival Scintille 2015, Città inferno racconta di donne carcerate: assassine, fattucchiere, adultere e ladre provenienti da tutta Italia costrette ad occupare un minimo e sacrificato spazio vitale di una cella di due metri per due.
Quando tra di loro arriverà una ragazza innocente arrestata per sbaglio, comincerà un viaggio disperato che la segnerà per sempre. L’innocenza è un concetto non ammesso, non conosciuto; l’innocenza non è un’opzione che le altre detenute conoscono. In comune, però, tutte hanno l’essere donne, con un corpo e un’anima che ha amato e che vorrebbe tornare ad amare.

Città inferno è uno spettacolo che indaga la realtà e che racconta di un bisogno d’amore che resta nonostante tutto nella vita vada via, libertà compresa.
Ispirato a storie vere che hanno animato la cronaca nera del novecento coi loro tratti atroci, Città inferno è una storia di dolori, di mancanze, di bisogni che si esprime attraverso i diversi dialetti e le canzoni popolari del Belpaese, a rappresentare l’universalità di queste storie e di queste emozioni.
Uno spettacolo in certo senso musicale, dove musica, parola cantata, parola recitata e movimenti creano una poetica che si esprime in un linguaggio complesso e dove determinante sono l’espressività fisica e vocale su un substrato testuale denso.

La scena si svolge nello spazio ristretto di una cella e la detenzione è resa tangibile dalla tensione de corpi, dagli spasmi dei muscoli anche facciali, dalla violenza fisica, dalle urla, dai lamenti che diventano canti, dalla nostalgia della vita come era prima e dall’anelito alla libertà e, ovviamente, dal testo che racconta, urla terribili confessioni.
Le ottime attrici in scena mettono nei loro personaggi tutta la loro energia, esprimendo la potenza generatrice e distruttrice della donna, sostenute da un’ottima e intelligente regia, precisa e accurata.

La scenografia è rappresentativa dello stato di detenzione: letti a castello da condividere, uno spazio piccolissimo in cui cucinare e un gabinetto a vista.
Molto ben utilizzato il telo su cui avvengono alcune proiezioni che vanno a completare l’impianto scenico.

 

Riccardo Croce

6 dicembre 2017

 

Città inferno
da “Nella Città, l’inferno”
di Renato Castellani
regia di Elena Gigliotti
Una produzione di Cardellino srl/ Fondazione Luzzati Teatro Della Tosse/ nO (Dance first. Think Later)
con Rachele Canella, Melania Genna, Elena Gigliotti, Carolina Leporatti, Demi Licata, Elisabetta Mazzullo, Daniela Vitale
e con Maurizio Lombardi nel ruolo delle Suore (voce off)
scene Carlo De Martino
costumi Carlo De Marino, Giiovanni Stinga
luci Giovanna Bellini

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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