Venerdì, 17 Maggio 2024
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Solo la morte è sicura. Di questo è certo Pasquale Grifone (Luca de Filippo) quando scopre di aver vinto 600 milioni di lire al lotto. Una quaterna secca che gli è stata rivelata in sogno, dopo l'ennesima notte di sbornie, da Dante Alighieri, la cui 'effige' è presente nella casa della famiglia Grifone, seppur per caso, da anni.

Numeri, quelli donati dal poeta, che sono portatori sì di soldi ma anche di pensieri: sono le coordinate della sua morte (da notare, le coordinate non la data precisa, qui sta il genio di Eduardo de Filippo). 

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"Sia il sonno che l'insonnia,oltre la giusta misura,sono malattie."                                     

                                                                                                                                                               (Ippocrate di Kos)

 

Anche se non è proprio l'Odin Teatret, l'Odin Teatret c'è comunque e la sua presenza metalinguistica e comunicativa si sente e come.

Insonnia viene messa in scena dalla Riotous Company una compagnia teatrale nata nel 2007 ma la regia e la coreografia è di Tage Larsen membro storico dell'avangiardia del Terzo Teatro

Ad ogni modo parliamo di Insonnia.

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Da Parigi a Siviglia; dalle struggenti note melanconiche di un lieto fine impossibile da realizzare ed infranto solo dal fato avverso alle spumeggianti e allegre arie di una storia d’amore bizzarra, divertente e coronata dall’happy ending, suggello di una delle più briose “opere buffe” mai composte; dalla Traviata, insomma, al Barbiere di Siviglia, il passo è lungo: due opere diametralmente opposte ed agli antipodi della rappresentazione, sia per quanto riguarda il genere alle quali esse appartengono – un melodramma il primo, una commedia l’altra – sia per le sinfonie che per l’interpretazione scenica, ovviamente.

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« Ah della traviata sorridi al desìo

a lei deh perdona, tu accoglila, o Dio »

(Violetta, atto III scena IV)

 

La cornice di una Parigi libertina e mondana di metà ottocento, l’atmosfera frizzante e delicata al contempo, di armonie e note immortali che furon di Verdi, i gorgheggi melodici e i virtuosismi canori dei tenori, dei soprani e dei baritoni che in tre atti accompagnano soavemente il pubblico, rapito dall’incedere delle scale melodiche e dall’eleganza sopraffina dell’interpretazione; il resto è la storia dell’opera, della lirica, del teatro, della musica classica e dello spettacolo: un melodramma, dapprima letterario, fattosi arte sublime e che dal 1853 viene rappresentato ininterrottamente sui più importanti palcoscenici mondiali.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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