Il progetto TEATRO FA GRANDE. Spettacoli e progetti per spettatori da 0 a 99 anni prosegue con gli appuntamenti dedicati al teatro ragazzi che dal 4 febbraio (ore 19) al Teatro India vedrà in scena la storia di uno straniero, di un viaggiatore che non ha nome, o di chiunque si sia perso, almeno una volta, in una grande città, in un altro paese o in se stesso. IL GRANDE VIAGGIO è lo spettacolo di Alessandro Serra che racconta di un piccolo eroe che si muove alla ricerca di un luogo migliore e, come nelle fiabe, il suo viaggio sarà anche un viaggio iniziatico, un passaggio necessario alla vita e alla crescita.
Tuttavia, il vero tema non è il viaggio quanto l’accoglienza. Non l’arrivo o l’invasione, ma l’approdo. Negli occhi dei più piccoli le parole e le immagini che si diffondono sulla scena diventano incanto, suggestione, raffinata immaginazione. Lo sguardo infantile cede all’inganno e alla meraviglia dell’illusione per accompagnare il protagonista in un cammino dell’anima, disseminato di difficoltà, inquietudini, insidie, paure, alla scoperta della parte più buona e vitale dell’essere. Un viaggio fatato e poetico che stimola la fantasia e l’innocenza anche del pubblico più adulto, chiamato alla ricerca del proprio bambino interiore.
Lo spettacolo replica il 5 e 6 febbraio (ore 10.30) e 7 e 8 febbraio (ore 16).
Sulla scena, un giovane falegname, con la valigia carica di speranza e ricordi preziosi come tesori, parte da un paese lontano, attraversa il mare e approda in una patria nuova e sconosciuta. Lascia a casa la povertà ma anche il suo cuore e una moglie ammalata che attende di poterlo raggiungere. L’uomo approda in un mondo estraneo e bizzarro, ma si sente forte e determinato perché sa che deve trovare presto un lavoro per comprare un farmaco in grado di curare la sua amata compagna. Ma a volte è difficile capire quale strada percorrere e come lottare contro la solitudine e lo sconforto che, come inquietanti, invisibili presenze, minacciano di spegnere la speranza, fino all’ultimo lume, finché, come in una fiaba, l’eroe della storia farà due fortunosi e incredibili incontri.
Nel momento di maggior difficoltà, gli appare, inattesa, la buffa figura di un compagno segreto: la sua anima in forma di animale, un aspetto sopito ma vigoroso del suo io più profondo, il daimon. Ciò che per alcune tradizioni è l’animale totemico, lo spirito guida che ci conduce e ci sostiene quando l’unica possibilità sembra quella di cedere allo sconforto. Ma per realizzare un sogno non bastano il coraggio e la speranza, serve anche un altro essere umano che tenda una mano e regali una possibilità così, nel suo periglioso cammino, il falegname incontrerà un altro personaggio insolito. Inizia così, per il protagonista, un vero e proprio percorso iniziatico che correrà su due binari paralleli: quello del mondo e quello dell’anima.
Lo spettacolo affronta con forza ma anche con leggerezza il tema dell’immigrazione, vista come opportunità di crescita attraverso le difficoltà e come percorso di conoscenza. Al termine del viaggio, il protagonista capirà che nella parte più profonda di ogni essere umano riposa una forza segreta che aiuta a non perdere il coraggio, ad andare avanti, a non rinunciare. Questa forza è la speranza, poiché l’esperienza più infelice può essere non solo un ostacolo da superare ma anche un’occasione da cogliere, una possibilità di rinascita. Oltre ad un impianto magico e poetico, lo spettacolo si affida al registro comico, ispirandosi al teatro di Busker Keaton per spostare la comunicazione scenica sul piano della leggerezza e del sorriso. Una lievità da cui scaturiscono incoraggiamento e determinazione, capace di gettare uno spiraglio di luce anche nei momenti più cupi. Mentre prosa e narrazione si intrecciano all’uso narrativo del teatro di immagine – caratteristica peculiare di Teatropersona – con riferimento all’utilizzo di oggetti. Questi ultimi, raccolti nel corso di anni di tournée dello spettacolo, sono stati trasfigurati in scena divenendo veri e propri protagonisti poetici del racconto. Grande importanza è riservata alla dialettica luce/buio con l’ausilio di una strumentazione tecnica relativamente limitata, il per modellare il buio, così come per i corpi degli attori in scena. La luce taglia, plasma forme e crea stupefacenti, piccole illusioni, tanto semplici quanto convincenti. Una luce che non si limita a plasmare solo lo spazio scenico ma anche il mondo degli oggetti che prendono vita e si trasformano grazie a inattesi bagliori che parlano al cuore e restano nella memoria.
La Compagnia Teatropersona viene fondata nel 1999 da un gruppo di ricerca teatrale sotto la direzione artistica di Alessandro Serra. Sin dai primi anni la ricerca che guida il lavoro della compagnia si fonda su uno studio attento e approfondito del corpo e della voce. Dopo un iniziale interesse per l’ambito di ricerca teatrale legato al terzo Teatro e al lavoro sulle azioni fisiche di Grotowski, la formazione della compagnia si focalizza sullo studio dei principi della biomeccanica di Mejerchol’d integrandoli con i fondamentali delle arti marziali e del teatro orientale. Fondamentale inoltre negli ultimi anni è stato l’incontro con Yves Lebreton e il suo metodo del Teatro Corporeo. A partire dalle tecniche fonatorie tradizionali, lo studio della voce e delle sue potenzialità espressive si è sviluppato e arricchito attraverso la pratica dei canti vibratori e del canto gregoriano con Padre Emanuel Roze, presso l’Abbazia di Sant’Antimo.
Teatropersona crea i propri spettacoli attraverso un lavoro di ricerca teatrale fondato sulla centralità dell’attore e la composizione dell’immagine. Sin dalla sua nascita, parallelamente al lavoro di ricerca e creazione, la compagnia si occupa di pedagogia teatrale organizzando seminari per attori e laboratori per l’infanzia. L’attenzione all’aspetto formativo nasce dalla convinzione che da un lato un corpo scenico debba essere pronto e ben allenato per potersi fare strumento di racconto e visione. Dall’altro che sia necessaria una costante azione di educazione alla bellezza e alla poesia già a partire dall’infanzia. I laboratori teatrali come fucine dove praticare una disciplina che non sia rigido assenso di regole ferree ma piuttosto disponibilità all’apprendimento, sentimento di apertura e creatività. Con le sue creazioni per adulti e per l’infanzia, Teatropersona è presente nei principali contesti italiani che promuovono la ricerca ed è stata ospite di festival e rassegne anche in Francia, Russia, Svizzera, Polonia, Corea del Sud.
Nel 2006 la compagnia vince il premio europeo Beckett and Puppet con lo spettacolo Beckett Box. Nel 2008, con lo spettacolo Trattato dei manichini, vince il premio ETI Nuove Creatività e il premio di scrittura di scena Lia Lapini. Lo spettacolo debutta, poi, nel maggio 2009 al teatro Valle di Roma e, fino al 2012, viene presentato in vari festival in Italia e all'estero. Nel 2008 la compagnia produce il suo primo spettacolo per l'infanzia Il Principe Mezzanotte, finalista al Premio Scenario Infanzia e vincitore del premio della giuria dei bambini.
Successivamente lo spettacolo inizia una fortunata tournée francese che culmina con la selezione per il festival Spectacle en raccomandé. Il 2011 è l'anno di AURE, opera ispirata alla Recherche di Marcel Proust. lo spettacolo, accolto con entusiasmo dalla critica, è stato presentato alla 39ma edizione della Biennale di Venezia. Nel 2012 la casa editrice Titivillus pubblica il libro Teatropersona, scrittura di scena e presenze riverberanti a cura del critico e studioso Frenando Marchiori. Dal 2012 Teatropersona è una compagnia riconosciuta e sovvenzionata dalla regione Toscana.
redazione
28 gennaio 2015
informazioni
PROGETTO IL TEATRO FA GRANDE
SPETTACOLI E PROGETTI PER SPETTATORI DA 0 A 99 ANNI
Dal 4 all’8 febbraio al Teatro India di Roma
IL GRANDE VIAGGIO
testo, regia, scene, luci Alessandro Serra
con Massimiliano Donato, Simona Di Maio, Andrea Castellano e Francesco Rizzo
realizzazione oggetti di scena Tiziano Fario
Produzione TEATROPERSONA in coproduzione con ARMUNIA
dai 5 anni e per tutti